Le intolleranze alimentari rappresentano un fenomeno in aumento e non sono assolutamente da sottovalutare poiché l’impossibilità per il nostro organismo di tollerare un certo alimento può provocare la comparsa di sintomi significativi (spossatezza, prurito, emicrania, gastrite, colite etc).

La terapia si basa soprattutto sulla condotta di uno stile di vita e di un regime alimentare appropriato, che dovrà prevedere la scomparsa o la rotazione degli alimenti responsabili del disagio recato. Proprio per questo motivo è importante che la gestione della dieta venga affidata ad un esperto nutrizionista, il quale eviterà che l’esclusione o la rotazione di uno o più alimenti, talora per lunghi periodi, possa indurre scompensi nutrizionali anche gravi.

Non a caso la dieto-terapiarispetto a quella farmacologica risulta più efficace, infatti quest’ultima è in grado di intervenire solo sul sintomo risultando inefficace sulla causa del disturbo.

In cosa consiste la dieto-terapia? I metodi proposti sono due:

  1. la dieta di esclusione: prevede l’esclusione , dopo un’attenta anamnesi del soggetto, dell’alimento o degli alimenti mal tollerati per periodi anche lunghi, ragion per cui questo tipo di terapia può provocare eventuali rischi per il paziente, soprattutto se facciamo i conti con situazioni fisiologiche delicate come l’età pediatrica, la gravidanze e l’età anziana, che mal sopportano regimi dietetici a volte troppo ristretti per essere compatibili con la salute del paziente.
  2. La dieta a rotazione: prevede l’esclusione a “cicli” degli alimenti mal tollerati al fine di recuperare , nel tempo, l’intolleranza. Questo tipo di approccio richiede un impegno più articolato da parte sia del paziente ma anche del nutrizionista prescrittore.

Quanto esposto ci fa capire come in caso di una intolleranza alimentare sia importante una competenza specialistica necessaria per improntare un adeguato regime dietetico che sia in grado di non provocare scompensi nutrizionali dovuti all’esclusione o alla rotazione degli alimenti responsabili del disturbo.

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